Il valore del cibo secondo il cervello

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Una specifica regione del cervello rappresenta le nostre convinzioni personali sul cibo. Lo dimostra uno studio pubblicato su “ Nature Neuroscience” da Shinsuke Suzuki, Logan Cross e John P O’Doherty del California Institute of Technology.

La regione in questione è la corteccia orbitofrontale coinvolta nell’elaborazione delle informazioni che riguardano la rappresentazione del valore atteso delle ricompense, siano esse in forma di cibo, denaro, beni di consumo, attività ricreative o altro. Si tratta quindi di una regione cruciale quando ci troviamo a scegliere tra diverse opzioni. Tuttavia, finora non è mai stato chiarito come nel cervello sono codificati i segnali di valore degli oggetti.

Suzuki e colleghi si sono focalizzati sulla valutazione della ricompensa rappresentato dal cibo, misurando, mediante la tecnica di risonanza magnetica funzionale, l’attività cerebrale di 23 volontari a cui veniva chiesto quanto fossero disposti a pagare una volta di fronte a diverse pietanze. Dopo le scansioni, agli stessi partecipanti veniva chiesta una stima personale circa la quantità di grassi, sodio, carboidrati, zucchero, proteine e vitamine in ciascuna pietanza, così come del contenuto calorico.

Il primo risultato interessante è una forte correlazione tra la cifra in denaro che i soggetti erano disposti a spendere, considerata un indice del valore che loro attribuivano ai diversi cibi, e le loro convinzioni circa grassi, carboidrati, proteine e vitamine presenti in essi. Non la cifra non era invece correlata alle misure oggettive di queste proprietà o alle stime personali del contenuto calorico.

Da confronto delle risposte con le scansioni di risonanza magnetica funzionale è poi emerso che il valore personale complessivo del cibo era
rappresentato nelle porzioni mediale e laterale della corteccia orbitofrontale; mentre le rappresentazioni neurali delle convinzioni personali circa il contenuto di grassi, carboidrati, proteine e vitamine coinvolgevano solo la porzione laterale.

Inoltre, gli autori hanno osservato che ciascuno di questi elementi è rappresentato da schemi distinti di attività all’interno della corteccia orbitofrontale laterale: ciò si poteva osservare direttamente quando i partecipanti vedevano le pietanze e fornivano le loro stime, prima di indicare la quantità di denaro che erano disposti a pagare.

Durante questo periodo di valutazione, la connettività tra le sottoregioni mediale e laterale della corteccia orbitofrontale che codificano ciascuno dei quattro elementi soggettivi aumentava: i ricercatori ritengono che questo sia una dimostrazione del fatto che la porzione mediale possa integrare i segnali specifici di ciascun elemento valutato dalla porzione laterale al fine di calcolare il valore soggettivo attribuito al cibo.

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