Aiuta il metabolismo del colesterolo e dei trigliceridi
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CONTENUTI MEDI | per 1 cpr |
*% VNR |
Coenzima Q10 | 10 mg | – |
Berberis e.s. | 500 mg | – |
Poligono e.s.
di cui Resveratrolo |
10 mg
9,8 mg |
– |
Riso rosso e.s. di cui Monakolina |
97 mg 2,9 mg |
– |
Bergamotto e.s. | 50 mg | – |
Fieno Greco e.s. | 20 mg | – |
Vitamina D | 5 mcg | 100% |
(*) Valori nutritivi di riferimento (Reg. 1169/2011)
Questa sostanza è salita agli onori della cronaca nel 2004, con lo studio pubblicato su Nature Medicine da Kong, Wei J, Abidi et al. (Berberine is a novel cholesterol-lowering drug working through a unique mechanism distinct from statins). Durante questa ricerca la berberina – assunta per bocca da 32 pazienti ipercolesterolemici per tre mesi – ha ridotto il colesterolo plasmatico del 29%, i trigliceridi del 35% ed il colesterolo LDL del 25%.
Il segreto dell’efficacia del bergamotto è dovuto alla massiccia presenza di sostanze antiossidanti. Nello specifico, il frutto della pianta Citrus Bergamia contiene alcune famiglie di flavonoidi particolarmente efficaci nel supportare la regolare gestione di colesterolo e trigliceridi.
Oltre alla capacità di ridurre il colesterolo LDL in eccesso, ovvero la parte di colesterolo che si deposita presso arterie e vasi sanguigni e che rappresenta la principale causa dei disturbi cardiovascolari più ricorrenti (ictus, infarto ecc.), l’estratto di bergamotto sembra stimolare anche la produzione di colesterolo HDL, ovvero il cosiddetto “colesterolo buono”.
L’HDL (conosciuto, appunto, con l’appellativo di colesterolo buono) rappresenta quella frazione di colesterolo che ripulisce i tessuti e trasporta l’eccesso presso il fegato che, a sua volta, lo sintetizza e lo utilizza per alcune funzioni indispensabili per l’organismo.
In prima linea non potevano che esserci paper scientifici a firma di ricercatori calabresi. A partire dal 2013, quando uno studio condotto dall’Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro ha evidenziato la maggiore efficacia della terapia farmacologica per combattere il colesterolo alto quando l’assunzione del farmaco (rosuvastatina) era combinata a quella di estratto di bergamotto.
Gli esiti di questa ricerca hanno spianato la strada ad altre osservazioni su questo agrume molto speciale come, ad esempio, quella del 2015 che ha rivelato la capacità dell’estratto di bergamotto nel ridurre colesterolo totale e colesterolo LDL nei soggetti con sindrome metabolica, condizione che spesso rende inefficace l’azione delle statine.
Nel 2018, invece, l’equipe di ricerca dell’Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro ha pubblicato gli esiti di una sperimentazione in vivo che ha evidenziato come l’assunzione di estratto di bergamotto per un periodo di 30 giorni riducesse colesterolo totale, colesterolo LDL e trigliceridi, oltre a stimolare la produzione di colesterolo HDL, in 60 pazienti affetti da diabete di tipo 2.
L’azione virtuosa per i livelli di colesterolo è stata confermata anche da una meta-osservazione condotta nel 2019.
Gli studi hanno evidenziato che l’estratto bergamotto supporta il controllo del colesterolo attraverso diversi processi molecolari, soprattutto a livello enzimatico. In particolare, inibisce l’HMG-CoA reduttasi e l’ACAT, oltre a favorire l’espulsione del colesterolo attraverso i dotti biliari.
Il bergamotto è diventato uno degli ingredienti più utilizzati nel campo della nutraceutica per la produzione di integratori alimentari che aiutano a mantenere in regola i livelli di colesterolo, e non solo.
ll Coenzima Q10, noto anche come ubiquinone, rappresenta un elemento fondamentale per il corretto funzionamento del mitocondrio, il quale funge da centrale energetica.
Favorendo la produzione di ATP in presenza di ossigeno, il Coenzima Q10 è essenziale per mantenere una buona efficienza fisica; non è quindi un caso che esso si ritrovi in ogni cellula dell’organismo.
Il Coenzima Q10 ha assunto negli ultimi anni un ruolo importantissimo nel mondo dell’integrazione nutrizionale.
Il ruolo antiossidante del Coenzima Q10, risulta utile nel controllare la perossidazione dei lipidi di membrana e delle aterogene particelle di colesterolo LDL.
Secondo gli scienziati che l’hanno portata avanti consumare questo alimento ridurrebbe il rischio di ipercolesterolemia in modo significativo, abbassando il colesterolo cattivo tra il 15 e il 33%.
Per beneficiare di questo specifico effetto positivo del fieno greco sarebbe necessario mangiarne i semi perché ricchi di fibre, elementi a loro volta in grado di assorbire il colesterolo.
Inoltre, grazie alle loro proprietà antiossidanti contribuiscono alla scomposizione dei grassi, ripulendo le arterie.
In letteratura esistono anche studi che attribuiscono all’estratto di semi proprietà ipocolesterolemizzanti e ipotrigliceridemizzanti. E’ stato inoltre dimostrato che i semi del fieno greco hanno la capacità di abbassare la glicemia, modulando l’assorbimento degli zuccheri. Entrambe queste caratteristiche sono legate all’abbondante presenza di fibre disidratate che, una volta giunte nell’intestino, assorbono acqua aumentando la motilità intestinale e riducendo, di conseguenza, l’assorbimento dei nutrienti. Da segnalare, inoltre, l’effetto stimolatorio sull’escrezione degli acidi biliari che – probabilmente ascrivibile alle saponine – facilita l’eliminazione del colesterolo in eccesso dall’organismo.
Le monacoline sono un gruppo di molecole prodotte dalla fermentazione del riso rosso ad opera del lievito Monascus purpureus. Tali molecole, di cui la più importante è la monacolina K, hanno una struttura molecolare simile alla lovostatina, la precorritrice di un’intera classe di farmaci, le statine, considerata il trattamento elettivo delle dislipidemie e del controllo del colosterolo.
Questa similarità molecolare corrisponde ad una similitudine funzionale: la monacolina è impiegata in fitoterapia nel controllo dei livelli di colesterolo nel sangue e della prevenzione delle dislipidemie e delle lesioni aterosclerotiche.
Il Resveratrolo è un polifenolo che si trova in diversi vegetali e presenta eccellenti proprietà curative, può essere estratta dalla pianta Polygonum cuspidatum, dall’uva o dal vino.
Recenti studi scientifici hanno dimostrato un’ azione antivirale.
D3: riduce la calcificazione vascolare, regola le citochine proinfiammatorie, contribuisce al controllo del sistema renina angiotensina.
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