Obesità, un bambino su 20 ha la glicemia alta. E uno su 3 il fegato grasso

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Sempre più ragazzi e adolescenti soffrono di patologie finora sconosciute nell’infanzia come ipertensione, dislipidemia e diabete di tipo 2. Dai pediatri il “decalogo anti-obesità” dal concepimento e per l’intera vita.

IN Italia a 9 anni un bambino su 10 è obeso e 2 due 10 sono in sovrappeso. Uno su 20 ha la glicemia elevata e circa 1 su 3 ha già il fegato grasso. Sono i dati allarmanti diffusi dalla Società Italiana di Pediatria (SIP) e dalla Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (SIEDP) che oggi hanno presentato al Ministero della Salute la “Consensus su diagnosi, trattamento e prevenzione dell’obesità del bambino e dell’adolescente”. Il Documento riporta lo stato dell’arte delle conoscenze disponibili sull’argomento mettendole a disposizione dei medici, ma anche delle famiglie, delle scuole e delle istituzioni come base di riferimento per l’intervento preventivo e terapeutico.

I DATI
La Consensus – che è disponibile sul sito www.sip.it – conferma che l’obesità infantile è un fenomeno dilagante. A 9 anni un bambino su 10 è obeso e 2 due 10 sono in sovrappeso. Inoltre, circa il 50% degli adolescenti obesi rischia di esserlo anche da adulti. “Ma ciò che desta più allarme sono i dati sulle complicanze fisiche e psicosociali già presenti nell’infanzia e che tendono ad aggravarsi in età adulta –  spiega il presidente SIP, Alberto Villani. “La prevenzione e la cura dell’obesità e delle sue complicanze rappresentano un obiettivo prioritario dell’agenda sanitaria del Paese, anche per ridurre i costi che il SSN dovrà sostenere per la cura e l’assistenza di adulti con patologie croniche associate all’obesità”.

COLESTEROLO 
Più del 30% dei bambini obesi ha valori di trigliceridi e/o colesterolo LDL elevati e colesterolo HDL (colesterolo buono) ridotto rispetto ai valori di normalità, condizione che li espone a rischi di sindrome metabolica e alla comparsa di arteriosclerosi.

FEGATO GRASSO E IPERTENSIONE
Non solo. Più del 30% dei bambini obesi ha grasso accumulato nel fegato, condizione evidente di un danno epatico iniziale che però può progredire e peggiorare nel tempo. Infine, più del 10% dei bambini obesi ha valori pressori superiori alla norma.

PRE-DIABETE
Circa il 5% dei bambini/adolescenti italiani con obesità ha valori di glicemia superiori ai limiti di normalità, condizione definita di pre-diabete, cioè un’alterazione del metabolismo del glucosio che però può ancora regredire. Non è detto che questi bambini si ammalino di diabete, ma è molto importante che il metabolismo del glucosio rientri nei limiti di normalità attraverso il calo del peso, la corretta alimentazione e l’attività motoria. “Il diabete mellito tipo 2 che normalmente insorge in età adulta sta comparendo in età sempre più precoce”, spiega Claudio Maffeis, professore di Pediatria all’Università di Verona. “Uno studio statunitense ha pronosticato un costante incremento delle diagnosi negli adolescenti: nel 2050 il diabete 2 riguarderà in media un ragazzo americano ogni 1.500. Il diabete a esordio precoce è più aggressivo rispetto a quello che insorge in età adulta e le temibili complicanze del diabete compaiono in media tre volte prima”.

PREVENZIONE GIÀ A PARTIRE DAI 6 ANNI 
L’intervento precoce è decisivo. “Il riconoscimento precoce delle condizioni di alterazione metabolica offre la possibilità di intervenire in modo tempestivo ed efficace promuovendone la risoluzione con un corretto stile di vita ed una dieta equilibrata”, spiega il residente SIEDP,  Stefano Cianfarani. “Al contrario il persistere nel tempo di glicemia, lipidi e pressione elevati favorisce la comparsa precoce di diabete, ipertensione ed arteriosclerosi. Non a caso una delle indicazioni più importanti della Consensus è quella di ricercare alcune alterazioni metaboliche (incremento di glicemia, trigliceridi, colesterolo, pressione arteriosa) e del fegato grasso nel bambino con obesità già a partire dai 6 anni”.

I PRIMI 1000 GIORNI
Allattamento al seno, no a sale e a zuccheri aggiunti durante lo svezzamento sono tra le regole principali che i bambini devono seguire nei primi due anni di vita per prevenire sovrappeso e obesità e quindi l’insorgere di patologie in età adulta. A ciò si aggiungono, quali altri elementi cardine per la prevenzione, osservare la (vera) dieta mediterranea sin dalle prime età e praticare attività fisica per almeno 60 minuti tutti i giorni. Proprio per favorire la corretta prevenzione, la SIP e SIEDP hanno elaborato un Decalogo anti-obesità con le regole da osservare dal concepimento e per l’intera vita.

COSA PUO’ FARE LA SCUOLA 
Per essere efficace, la prevenzione dovrebbe coinvolgere tutti gli attori che intervengono nella promozione e tutela della salute in età infantile: famiglia, scuola, pediatri, istituzioni. “La scuola, insieme alla famiglia, riveste un ruolo cruciale in quanto è l’ambiente in cui i bambini trascorrono gran parte del loro tempo e da cui apprendono i comportamenti da attuare – spiega Alberto Villani. Alcuni studi hanno dimostrato l’efficacia di alcune misure nella prevenzione dell’obesità infantile, tra questi la rimozione dei distributori automatici di bevande zuccherate e alimenti ricchi di sale e grassi, l’offerta di frutta e acqua a basso costo e gratuitamente e l’aumento delle ore di educazione fisica in orario scolastico ed extrascolastico”.

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