Il Rischio di infertilitá nelle donne aumenta con una dieta ricca di grassi.

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Le donne che mangiano tanto “cibo-spazzatura”, impiegano più tempo delle altre a restare incinte e hanno meno probabilità di concepire un bambino nell’arco di un anno. A dirlo è uno studio dell’Università di Adelaide, in Australia, pubblicato su Human Reproduction. Gli autori hanno chiesto a circa 5.600 donne australiane, neozelandesi, inglesi e irlandesi di rispondere ad alcune domande in merito alla propria dieta.

Rispetto alle donne che hanno detto di mangiare frutta tre o più volte al giorno nel mese precedente al concepimento, quelle che hanno risposto di mangiare mele, pere e simili da una a tre volte al mese hanno impiegato in media due settimane in più per restare incinte. Un altro confronto è stato fatto tra persone abituate a frequentare i fast food e altre che li evitano il più possibile. Risultato: alle future mamme amanti di hamburger e patatine (4 o più volte a settimana) è servito quasi un mese in più per concepire un figlio. Delle coppie analizzate, 468 (l’8%) sono state classificate come infertili (dopo un anno in cui non è avvenuto il concepimento) e 2.204 (il 39%) sono arrivate alla gravidanza entro un mese. Gli autori dello studio hanno valutato l’impatto della dieta sulla possibilità di avere un bambino, rendendosi conto che nelle donne con scarsissimo apporto di frutta il rischio di infertilità cresce dall’8 al 12% e in quelle amanti del fast food addirittura dall’8 al 16%.

I dati sono stati raccolti durante la prima visita prenatale, a 14-16 settimane di gravidanza, tra il 2004 e il 2011: le ostetriche hanno chiesto alle 5.598 partecipanti notizie su quanto tempo avessero impiegato per restare incinte e che tipo di dieta seguissero. In particolare le domande erano incentrate sul regime alimentare seguito nel mese precedente al concepimento e includevano dettagli sul consumo di frutta, verdure a foglia verde, pesce e cibo acquistato nei fast food o nei take-away (hamburger, pizza, pollo fritto, patatine fritte). Gli autori fanno notare che quest’ultimo dato è sottostimato in quanto non è stato incluso il consumo di “cibo veloce” a casa (per esempio acquistato nei supermercati). Pesce e verdure a foglia verde non sono risultati incisivi nell’allungare o accorciare i tempi del concepimento. Un limite dello studio – fanno notare gli stessi autori – è che non sono stati raccolti dati sulla dieta dei padri e che numerosi altri fattori (non presi in considerazione) possono aver inciso sui risultati. I quali, inoltre, si basano su affermazioni soggettive riferite al passato e su una varietà limitata di alimenti.

Non solo. Nello studio non sono state prese in considerazione coppie che avevano ricevuto trattamenti per l’infertilità per problemi del maschio. Mentre, delle 5.598 donne, la maggior parte (94%) non ha ricevuto alcun tipo di trattamento, le restanti si sono sottoposte a terapie per stimolare la fertilità. «Il lavoro dimostra che una dieta sana che comprenda buone quantità di frutta e in cui sia minimo il consumo di cibo dei fast food migliora la fertilità e riduce il tempo necessario per restare incinta» spiega Claire Roberts dell’Università di Adelaide, che ha condotto lo studio. «La nostra raccomandazione è che le donne che vogliono un figlio seguano le indicazioni contenute nelle linee guida per l’alimentazione in gravidanza» aggiunge Jessica Grieger, primo autore dello studio.

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